PLANTFULNESS TALK: EPISODIO 1 - TRA NATURA E IKEBANA

Partire dal mondo della Natura per esplorare mondi nuovi e parlare di emozioni, cura di sé e benessere in compagnia di 3 amici e professionisti.

Eccoci al secondo appuntamento di Plantfulness Talk, il ciclo di dirette che puoi vedere sul mio profilo Instagram sul tema della relazione tra piante, arte e benessere psicofisico.

Dopo la prima chiacchierata con Jenny Favari di StudioSpazioBianco in cui abbiamo parlato di Ikebana (e non solo!), oggi siamo in compagnia di Gianluca Roscio in arte Johncomplotto.

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PLANTFULNESS TALK EPISODIO 2 – NATURA E MUSICA

Una chiacchierata a parlare di musica, suoni, vibrazioni, emozioni.

Questo è quello che emerso dalla nostra diretta.

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L’Ikebana, così come tutte le arti orientali, è una disciplina di coltivazione del sé. Ciò che importa non è tanto lo scopo decorativo che quindi viene meno, quanto il processo di realizzazione della composizione.

Allo stesso modo, quando presento i miei laboratori, sottolineo sempre l’importanza di imparare ad ascoltare, analizzare e valutare l’intero lasso di tempo che trascorriamo insieme, e pensare a come stavamo all’inizio di iniziare, a cosa proviamo mentre le nostre mani lavorano, toccano e si sporcano e infine a come ci sentiamo e che sensazioni proviamo. Il risultato finale, che sia una scatolina di bombe di semi o un’opera vegetale, è solo il frutto finale di un percorso più intimo e profondo avvenuto dentro di noi.

E proprio Jenny definisce l’atto della composizione dell’Ikebana come un “contatto diretto e intimo con gli elementi naturali” in cui si crea un flusso “magico” che ci fa dimenticare il tempo e lo spazio.

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Ikebana significa letteralmente “fiori viventi”. La capacità di creazione di un ikebana inizia ancora prima di mettersi a comporre. La scelta dei materiali è infatti fondamentale e richiede non solo un animo sensibile ma soprattutto uno sguardo attento, una buona capacità di osservazione e di ricerca. Tutti aspetti che si acquisiscono con la pratica: le mani imparano e gli occhi si affinano.

Scegliere i giusti elementi per la composizione finale ci insegna a guardare la Natura (e le cose in generale) senza pregiudizio, senza fare distinzione, saper apprezzare la bellezza anche di un ramo ormai secco o di un fiore quasi appassito. Perché? Perché è il ciclo della vita, perché sono le stagionalità, perché non c’è differenza tra uomo e natura: noi siamo natura e quindi soggetti al cambiamento e al mutamento.

In alcuni dei miei laboratori lascio le persone libere di cercare e raccogliere gli elementi che preferiscono. Non a caso il titolo del progetto ha all’interno la parola “education”, che non è da intendersi solo come educare alla natura, ma anche essere educati nei suoi confronti senza abusare di quello che ci offre. Quando si raccolgono i materiali per un Ikebana, bisogna imparare a scegliere solo l’indispensabile, a rispettarlo senza forzare la sua naturalità, valorizzandolo e ridandogli vita nella composizione.

Come dicevo all’inizio, l’ikebana è un’arte che ha molto a che fare con la spiritualità e l’animo umano. Ci insegna a prenderci cura di noi prendendoci prima cura giorno per giorno della composizione fatta, osservandola, cambiando l’acqua, accorciando un ramo, togliendo un fiore o una foglia. È una disciplina che con la sua precisione e metodica guida alla lentezza, all’attesa, all’imparare a vivere nel qui e ora. In un mondo che va sempre  di fretta e in cui ogni giorno siamo in continuo movimento, saper rallentare, fermarsi e osservare non è una cosa facile. Lavorare con elementi naturali vivi insegna invece a dover aspettare: le piante vivono nel presente e non hanno il concetto del futuro, danno tutte se stesse per vivere in quel momento.

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Se questi temi ti sono piaciuti, puoi rivedere qui la diretta e lasciarmi un commento.

Ti aspetto alla prossima puntata di Plantfulness Talk!


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