PLACE IDENTITY: SENTIRSI A CASA IN UN LUOGO.
“Questo posto non fa per me!”, “Qui mi sento a casa!”
Quante volte ti è capitato di dire una frase simile davanti a un luogo? Forse non lo sai, ma la risposta a queste domande non è solo una questione di gusto personale, ma qualcosa di molto più profondo perchè spesso veniamo come chiamati dai luoghi che maggiormente risuonano con il nostro modo di essere.
Quest’anno sono tornata in Salento dopo 6 anni che mancavo dal delizioso paesino sul mare dove non solo abbiamo una piccola casa di famiglia e parenti tutt’intorno, ma che per me è soprattutto un luogo ricco di ricordi e legami. La prima volta che sono venuta qui avevo 4 mesi e per i successivi 25 anni ci ho trascorso le mie vacanze estive, un tempo decisamente lungo per collezionare ricordi, esperienze e prime volte.
Alcune cose certo sono cambiate ma rivedere certi posti è stato come un tuffo nel passato: i pomeriggi in bicicletta con mio zio, le giornate al mare con la famiglia, le avventure con gli amici… Accanto ai ricordi ci sono state anche scoperte di posti mai visti prima e di esperienze nuove che hanno reso questo posto ancora più ricco di significato e importanza.
PLACE IDENTITY
Le emozioni che ho provato verso questi luoghi, sono quello che in psicologia ambientale viene definito come place identity.
Si parla di identità di luogo verso la fine degli anni Settanta quando Harold Proshansky la definisce per la prima volta: “L’identità di luogo rimanda a quelle dimensioni del sè che definiscono l’identità personale dell’individuo in relazione all’ambiente fisico attraverso un complesso sistema di idee, credenze, preferenze, sentimenti, valori e mete consapevoli e inconsapevoli unite alle tendenze comportamentali e alle abilità rilevanti per tale ambiente.”
In parole semplici significa che l’identità di un luogo non è solo l’ambiente che ci circonda e in cui ci muoviamo, ma è l’insieme di ricordi, memorie, emozioni, affetti, storie ed esperienze che proviamo e viviamo. È la relazione che creiamo con quel luogo a farci stringere un rapporto più o meno positivo con esso.
ATTACCAMENTO AI LUOGHI E GENIUS LOCI
Ad un paesaggio esteriore concreto e oggettivo, si affianca un paesaggio interiore, personale che, influenzato dal luogo, sperimenta sensazioni, emozioni e pensieri differenti. E così prende forma il nostro mondo emotivo, relazionale e comportamentale a cui corrisponde una conoscenza e consapevolezza di sé.
È quello che si chiama attaccamento ai luoghi, cioè il legame affettivo che instauriamo con i luoghi (in primis quello dell’infanzia) nei quali abbiamo vissuto esperienze molto intense.
Insomma, dentro ognuno di noi esiste una vera e propria “geografia dell’anima” popolata da luoghi diversi che, simbolicamente, rimandano a diversi significati e ricordi. Non a caso gli antichi parlavano di Genius Loci, un’essenza nascosta che abita i luoghi e li rende unici influenzando le sensazioni di chi li visita.
Il Salento per me è tutto questo: tornare dopo tanti anni in quel mare turchese, in quella terra rossa e tra quei campi di oro e verde è stato come tornare a casa. Sono felice di far parte di questi luoghi che sento appartenermi nel corpo e nello spirito.
E tu ti sei mai sentito completamente in sintonia con un luogo? C’è un luogo che tu consideri “casa”?