TACCUINI BOTANICI - TRA NATURA E SGUARDI

In questi ultimi mesi trascorsi tra vacanze al mare, gite in montagna e giornate di vita quotidiana in città, è nata l’idea di creare 3 taccuini botanici che raccontassero questi tre ambienti in modo creativo e poetico.

I taccuini nascono dall’osservazione lenta e dalla raccolta silenziosa degli elementi naturali che descrivono a modo loro la vita che questi luoghi custodiscono.

Sono un invito a riconnetterci con la natura, anche quella più vicina e invisibile, a lasciarci toccare dalla sua presenza, a ritrovare un senso di benessere, equilibrio e appartenenza. Perché la natura non è solo un luogo da visitare, ma uno spazio interiore da coltivare.

E allora ecco che piccole conchiglie, cortecce ruvide, foglie e fiori dimenticati diventano i soggetti di micro-archivi visivi e tattili di ciascun paesaggio. Oggetti che custodiscono non solo forme e colori, ma anche emozioni, connessioni, memoria.

TACCUINO BOTANICO DI CITTÁ

Dietro casa mia si nasconde un semplice parchetto frequentato per lo più da gente di passaggio, condòmini a passeggio con i cani e qualche bambino. Il Taccuino Botanico di Città prende ispirazione proprio da questo ambiente, forse un po’ anonimo, per ricordarci che la natura esiste ovunque, anche dove meno ce lo aspettiamo.

Non sono soli grandi prati, paesaggi sconfinati o infiniti boschi a fare natura, ma basta un piccolo dettaglio come i semi di Tiglio, delle foglie di Robinia o i fiori che crescono tra le crepe dell’asfalto.

La natura urbana è il simbolo della resilienza vegetale, è lo stimolo per insegnarci a ritrovare bellezza anche laddovè la natura ci sembra distante, ci parla di connessioni, equilibri e presenze.

taccuino botanico di città

TACCUINO BOTANICO DI MARE

L’idea del Taccuino Botanico di Mare è nato durante un pomeriggio in spiaggia. Qui, ogni giorno, piccoli tesori si depositano sulla riva come a costruire un archivio vivente fatto di frammenti di storie…ecco allora che conchiglie, legni levigati, alghe e fiori di Oleandro diventano custodi di infiniti mondi.

Il bello del paesaggio marino è il suo spazio sconfinato, il suo orizzonte lontano, quel blu del cielo che si mescola a quello dell’acqua e che lascia la mente libera di seguire il flusso delle onde. E proprio quelle onde, spinte dalle correnti, ci insegnano anche a lasciare andare: il mare dà, il mare toglie, non tutto si può trattenere e non tutto si deve raccogliere.

Ecco allora che il taccuino diventa anche un potente strumento etico: ci ricorda di raccogliere con rispetto solo ciò che è già stato lasciato dal mare.

taccuino botanico di mare

TACCUINO BOTANICO DI MONTAGNA

E infine c’è Taccuino Botanico di Montagna, un taccuino che parla di forti silenzi. Eh sì, perchè fin dal primo incontro con questo luogo ho avvertito subito calma, quiete e pace.

In montagna il tempo ha un passo diverso rispetto ad altri luoghi, è più lento e più profondo, che richiede presenza e ascolto e anche se all’inizio la montagna può sembrare severa e inaccessibile, è un ambiente che premia l’attenzione e che insegna a non dare nulla per scontato.

Creare questo taccuino botanico non è stato solo un esercizio creativo, ma un modo per entrare in relazione intima con il paesaggio e i suoi elementi fatti di materia silenziosa.

taccuino botanico di montagna

Questo è un piccolo progetto che nasce dal desiderio di rallentare e di osservare con più attenzione ciò che spesso attraversiamo con distrazione: i paesaggi naturali, i dettagli più semplici, la bellezza silenziosa che si nasconde nelle piccole cose.

Ogni taccuino botanico non è solo un diario visivo ma un atto di attenzione, una piccola pratica di green therapy. È un invito (che faccio anche a te) a guardare da vicino, toccare con attenzione, annotare ogni emozione perchè i dettagli che ci circodano ci ricordano che siamo parte di qualcosa di più grande e che basta poco per tornare a sentirsi interi.

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