TUTTO È INIZIATO CON UNA PHALAENOPSIS ROSA.

Ti voglio raccontare la mia storia dal principio. Forse penserai che io abbia una formazione scientifica, da agraria o da botanica ebbene, non è affatto così. Ti dirò di più: non avevo mai avuto una forte attrazione per i fiori o le piante fino ai 20 anni circa.

Mia mamma invece ha sempre avuto la passione, per il giardinaggio soprattutto, e quando ci siamo trasferiti nella nuova casa sul retro c’era un piccolo giardino che è subito diventato il suo mondo. Io, che allora avevo circa 10 anni, in quel giardino mi limitavo ad osservarla piantare i bulbi, estirpare le erbacce ed annaffiare il prato e la siepe tutte le sere. E poi in casa c’erano sempre fiori freschi e colorati e alcune piante verdi (ancora oggi c’è una Dracaena diventata talmente grande da monopolizzare l’angolo tra la finestra e il divano).

Davanti alla scelta delle superiori, mi iscrissi al liceo socio-psico-pedagogico con l’idea che da grande avrei intrapreso una carriera in ambito umanistico e invece, terminati gli studi, tutto ciò che volevo fare era l’opposto di psicologia, sociologia, pedagogia ecc..Kant, Jung e Freud erano stati fedeli compagni per cinque anni e mi erano decisamente bastati.

Dopo tante teorie, pensieri e parole, volevo fare qualcosa di più pratico, manuale, artistico ed estetico. Il mondo del design era ciò che più mi affascinava. Mi piaceva sfogliare le riviste di arredamento, divertirmi a rinnovare spesso la mia cameretta, disegnare, progettare, mettere in ordine e rendere lo spazio fruibile e armonico.

Così la scelta di iscrivermi a IED, indirizzo interior design: io che non avevo mai preso in mano squadra e righello, che non sapevo da dove partire per fare una prospettiva o cosa fosse Autocad, sono uscita con una tesi sulla realizzazione di un Hub polifunzionale nel centro storico di Lecce.

E da lì sono iniziati gli stage e i tirocini in studi di architettura e negozi di arredamento. Parlavo con i clienti, interpretavo su carta i loro gusti e desideri, progettavo spazi e ambienti, seguivo lo sviluppo dei cantieri..eppure c’era qualcosa che non mi quadrava. Quando mi fermavo a riflettere e mi immaginavo “da grande”, non riuscivo a vedermi seduta davanti al pc per 8 ore al giorno a progettare case.

Il mio ultimo giorno di lavoro di una delle tante gavette, il mio capo mi regalò un’ orchidea Phalaenopsis rosa. La osservai, ringraziai e dentro di me mi dissi: “e ora che ci faccio con te?”. La portai a casa pronta a darla a mia mamma, sicura che se ne sarebbe presa cura meglio di me.

Eppure ogni giorno la guardavo incantata, c’era qualcosa in quei fiori che mi attirava profondamente. Aprii internet alla ricerca di qualche informazione utile e basilare…scoprii un mondo! Rimasi così affascinata che senza accorgermene mi trovai circondata da orchidee! Ovunque andassi ne portavo a casa una nuova. Iniziai a comprare il mio primo libro, a iscrivermi a gruppi e scrivere su forum, a visitare serre, vivai e conoscere altri collezionisti, volevo saperne il più possibile.

Poi un giorno, all’improvviso, una grave perdita ribalta e stravolge tutto il mio mondo. Si era bloccato tutto e io con quel tutto, non si poteva tornare indietro e io non riuscivo ad andare avanti. Per distrarmi da quelle giornate infinite, mia mamma mi portava con sé al vivaio o a fare lunghe passeggiate nella natura.

Ricordo che un giorno, mentre giravamo tra le corsie del vivaio, sentii che stavo per avere un attacco di panico, così mi fermai in una grande serra piena di piante e mi sedetti a terra per non cadere. Non so quanto rimasi così, penso qualche minuto, ma quando mi rialzai mi dissi: “voglio circondarmi di questa bellezza, di questi colori e di questi profumi”. Avvertivo una strana sensazione, come di calma e benessere.

Nei giorni successivi mi resi conto che provavo quella stessa sensazione quando mi dedicavo alle mie orchidee o aiutavo mia mamma in giardino. Ecco, avevo trovato cosa volevo fare da grande: volevo vivere a contatto con i fiori e le piante, con la natura come ufficio, un tavolo da lavoro come scrivania, paletta e spruzzino al posto del pc.

Decisi perciò di intraprendere quella strada e nel 2018 mi iscrissi alla scuola professionale per fioristi e iniziai il mio primo stage in un noto negozio di Bergamo: ero al settimo cielo! Tutto piano piano iniziava a prendere forma, ero sicura di aver fatto la scelta giusta.

Poi arrivò Marzo 2020 e scoppia la pandemia. Lockdown. Costretti a stare chiusi in casa, la mia distrazione ancora una volta sono le piante. Per occupare il tempo iniziai finalmente a sistemare il balcone che da troppo tempo rimandavo: terra, vasi, fiori..ogni giorno c’era qualcosa da fare.

Ancora una volta le piante sono state la mia ancora di salvezza, la mia via d’uscita e di distrazione.

E se, per ben due volte, erano state così d’aiuto a me, dovevano per forza poterlo essere anche per gli altri.

Unendo i puntini e i pensieri, iniziai a intrecciare il mio passato, la mia formazione scolastica e universitaria, le mie precedenti esperienze lavorative e alla fine tutto apparve collegato da un comun denominatore e arrivò l’idea: Green Therapy & Education. Un progetto che mette al centro l’individuo e che usa il contatto diretto con la natura e delle mani nella terra per essere terapia ed educazione. Se vuoi scoprire di più sul mio progetto ti invito ad andare alla pagina dedicata.

Il resto della storia è stata tutta in discesa: nuove collaborazioni, nuove idee e un nuovo cambiamento. Fino ad arrivare qui, a questo primo articolo del mio blog, del mio sito, di un progetto ancora più grande e articolato.

Da quell’orchidea rosa ne è passata di strada! La mia collezione si è arricchita, le piante sono aumentate e ancora adesso, quando ne ho bisogno, mi siedo a terra, in silenzio, respiro profondamente e mi lascio travolgere dalla loro energia.


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